ALTERED BEAST

GENERE: Beat'em Up | PRODUTTORE: SEGA | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1-2 | ANNO: 1988
Che meraviglia i coin-op SEGA ai tempi d'oro delle sale giochi. Ognuno di essi aveva sulle masse un impatto di portata inimmaginabile oggi, ponendosi invariabilmente al vertice della propria categoria. Ai geniali artisti nipponici, infatti, non bastava soddisfare egregiamente il trittico di qualità preteso da ogni appassionato (grafica della Madonna / azione furiosa / spettacolarità stilistico-coreografica). No, essi erano in missione. E l'obiettivo era quello di entrare nella Storia, realizzando titoli talmente dirompenti da farsi immediatamente e definitivamente strada nell'immaginario collettivo di chi, ancora impubere, vi si approcciava.

Altered Beast, uscito nel 1988, era l'ennesimo, imperioso, passo avanti nello svolgimento di tale ambizioso piano. In apparenza semplice picchiaduro a scorrimento (di quelli classici, senza possibilità di muoversi in profondità nell'area di gioco), Altered Beast era in realtà baciato dalla Dea della creatività, che gli aveva portato in dono una lunga serie di idee originali. A cominciare dall'ambientazione: non più il caricaturale medioevo fantastico ispirato alle saghe di Tolkien, nemmeno le malfamate strade dei sobborghi di qualche megalopoli statunitense, ma una versione nipponico-orroristica dell'antica Grecia. È Zeus in persona, all'inizio del gioco, a ridestare dal sonno eterno della morte i due rocciosi protagonisti, affidandogli l'incarico di salvare una delle sue innumerevoli figlie, portando a termine un pericoloso viaggio attraverso cinque lunghi livelli, da ripulire pestando tutte le mostruosità dalle quali sono infestati.

Sono però altri due i fattori che impediscono ad Altered Beast di affogare nella palude della ripetitività (anticamera della noia) che di norma ingoia gli appartenenti al genere: le trasformazioni e la natura dei nemici. Ad intervalli regolari fanno la loro comparsa su schermo alcuni lupi tricefali bianchi. Ucciderli significa liberare delle sfere d'energia che, se raccolte, potenziano il protagonista. I primi due stadi corrispondono ad un aumento della massa muscolare, con conseguente incremento delle capacità atletiche e distruttive. Al terzo globo incamerato si verifica l'evento che dà il titolo al gioco: la mutazione in bestia del guerriero sotto il controllo del giocatore. Ogni livello ha il suo animale caratteristico, ed ognuno di essi ha il suo potere speciale. Il lupo si proietta contro i cattivi avvolto dalle fiamme; il drago emette una devastante scossa elettrica; l'orso pietrifica le mostruosità dell'Ade con il suo alito (evidentemente frutto di una cena pesante) e la tigre schizza verso l'alto e verso il basso ammantata di energia. Il modo di affrontare i livelli, da mutati, cambia radicalmente e fa scoprire nuove modalità che facilitano enormemente il massacro delle orde avversarie, le cui razze rispondono in maniera differente al tipo di attacco a cui vengono sottoposte. Ma il vero spettacolo inizia con l'entrata in scena dei guardiani finali. Questa non si verifica sino a quando non ci si è trasformati, con la conseguenza che il livello si accorcia o si allunga in relazione alle sfere raccolte (e quindi alla bravura di chi impugna il joystick). Ogni avversario ha poi un percorso comportamentale specifico e i suoi punti deboli sono raggiungibili solo impiegando in maniera corretta le abilità delle singole bestie nelle quali ci si è mutati. Il risultato sono scontri nei quali, oltre a picchiare e saltare a più non posso, per avere la meglio si deve anche elaborare una strategia articolata quanto basta a diversificare e rendere più appagante la partita.

Nonostante Altered Beast non sia certo privo di difetti (la difficoltà è eccessivamente elevata ed il calcolo delle collisioni approssimativo), riesce lo stesso ad appassionare e divertire, proprio in virtù di una struttura come quella sopra descritta, inaspettatamente profonda, varia e ben equilibrata. Ma non basta. Perché il gioco è anche dotato di un fascino pressoché irresistibile, per quanto perverso. Un fascino esercitato attraverso la combinazione diabolicamente perfetta tra direzione artistica e fase interattiva. L'aspetto grottesco dei nemici, il modo brutale in cui possono venire uccisi, l'alone di oscurità che ammanta le evocative ambientazioni, con un uso dei colori straniante e quasi lisergico, le inquietanti percussioni tribali che accompagnano la progressione, il continuo senso di pericolo dovuto ad un'azione incessante ed adrenalinica, mescolati insieme costruiscono con efficacia magistrale un'indimenticabile atmosfera sempre in bilico tra bitumosa oppressione e ingenuo, farsesco eccesso stilistico.

Sarebbe profondamente ingiusto considerare Altered Beast un relitto arrugginito proveniente da un'epoca molto, troppo, lontana. Perché, nonostante l'evidente invecchiamento di alcuni aspetti, l'immaginario che l'opera SEGA riesce ancora adesso ad evocare, nonché l'originalità e la riuscita dell'approccio ludico, valgono decisamente il prezzo del biglietto virtuale.
Andrea Corritore
Altered Beast

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