GAROU DENSETSU 2

GENERE: Beat'em Up | PRODUTTORE: SNK | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1-2 | ANNO: 1992
SNK contro Capcom. Un duello da far tremare la terra. Una sfida costantemente in equilibrio per tutto il decennio durante il quale si è protratta ma con un Round iniziale connotato da un verdetto netto ed incontrovertibile: K.O. istantaneo, clamorosamente senza appello e senza attenuanti. Street Fighter 2 era infatti un campione troppo forte ed abile per il primo, povero Garou Densetsu, spedito al tappeto senza complimenti né difficoltà. Un'onta indicibile per gli orgogliosi sensei della palestra presso la quale quest'ultimo era stato plasmato. Un affronto al quale reagire nipponicamente, con dignità e duro lavoro, reso più produttivo dall'esperienza accumulata e da una sicurezza nei propri mezzi prima sconosciuta. Ed ecco quindi, nemmeno un anno dopo la sconfitta, un secondo sfidante pronto a scendere nell'arena, rinvigorito nel corpo e nello spirito e più che mai determinato a prendersi la meritata rivincita.

Che i precedenti dodici mesi d'allenamento abbiano dato i loro frutti, Garou Densetsu 2 lo mette subito in chiaro con una breve ma spettacolare presentazione animata, in grado di catturare sguardi ed accendere attenzioni in maniera imparagonabilmente più efficace rispetto alla mesta ed anonima sequenza introduttiva del primo capitolo. Ma la sua vera magnificenza, l'opera SNK la svela solo dopo aver divorato il primo gettone. Il giocatore ha stavolta la facoltà di selezionare il proprio trifola-zigomi da una rosa di ben otto combattenti diversi. Gli unici superstiti del precedente episodio sono i due fratelli Bogard ed il Thai Boxer Joe Higashi. Di conseguenza le luci della ribalta sono tutte puntate sugli esordienti, il cui carisma, frutto di una caratterizzazione a dir poco magistrale, è biglietto d'ingresso immediato e permanente per l'immaginario collettivo di chiunque si interessi non solo di picchiaduro ma anche di videogiochi in generale. Il consenso riscosso tra gli appassionati da lottatori come Kim Kaphwan, Big Bear, Mai Shiranui o Cheng Sinzan sarà, di conseguenza, totale, costringendo SNK a reimpiegarne volti e gesta per anni e persino in numerosi giochi al di fuori della saga che li vede protagonisti. L'esplosiva personalità sfoggiata però non è nulla rispetto a ciò che i guerrieri sono capaci di fare una volta scesi in campo.

Il motore di gioco è infatti la vera grande novità di Garou Densetsu 2: evoluto, curato, ricco ma non ridondante, in una parola perfetto. Il numero di mosse che ognuno dei partecipanti al torneo può sfoderare è annichilente. Quattro o cinque colpi speciali a testa sono infatti la norma, e realizzarli è tanto intuitivo quanto complesso è il saperli utilizzare al meglio. Le collisioni sono precise, vicinissime alla perfezione del maestro Capcom. Stessa cosa per i tempi di risposta ai comandi. Meravigliosamente complesse risultano anche le interazioni negli scontri corpo a corpo. E l'armonia dell'azione diviene, di conseguenza, celestiale, dispensando divertimento come raramente se ne era assaporato prima.

Tuttavia Garou Densetsu 2 non è solo un miglioramento, per quanto netto, del primo capitolo, in quanto sfodera un'ulteriore serie di innovazioni talmente radicali da divenire, negli anni a seguire, assolutamente irrinunciabili. La prima e più importante è la presenza delle contromosse (counter), qui al loro esordio ufficiale: particolari movimenti che, se eseguiti al momento giusto, consentono al lottatore di evitare l'attacco del nemico ed infliggergli un potente contraccolpo. Quasi sullo stesso piano di importanza i balzi all'indietro o in avanti per sfuggire a situazioni pericolose o per portarsi rapidamente vicino all'avversario. La facoltà di strisciare sul pavimento una volta accucciati, magari mentre si carica un'apposita mossa speciale, consente poi di impiegare tutta una serie di tattiche nuove e spettacolari. Ancora: quando la barra di energia vitale si approssima al termine ed inizia a lampeggiare, il giocatore ha la facoltà di impiegare delle versioni incredibilmente potenziate degli attacchi segreti, più difficili da eseguire ma anche dannatamente più potenti. La metaforica maglia che tiene cementate tali caratteristiche è inscalfibile. Il ritmo costantemente adrenalinico. Complessità e profondità strutturale sono intimamente legate ad un'accessibilità notevole, qualità, questa, in grado di rendere Garou Densetsu 2 divertente anche per chi non voglia impegnarsi per sviscerarne ogni recondito anfratto. Il risultato è un'esperienza meravigliosamente esaltante, imparagonabile per intensità e pulizia a quella proposta dal precedente episodio.

E c'è poi la realizzazione tecnica, che è lo strumento principale per elevare verso empirei stellari le enormi qualità sopra esposte. Sprites giganteschi ed animati con gran spreco di fotogrammi si muovono senza cedimenti su fondali la cui ricchezza di dettagli è seconda solo all'inarrivabile suggestività delle ambientazioni scelte. Uno spettacolo dal fascino irresistibile, accompagnato da una colonna sonora perfetta nell'esaltare la frenesia degli scontri e reso immortale dall'abilità e dall'ispirazione che i grafici ed i musicisti della storica compagnia del Sol Levante impiegarono per metterlo in scena.

Tutto ciò dimostra come Garou Densetsu 2 possa essere definito, senza timore di smentite, un capolavoro completo e quasi assoluto (per togliere il limitante avverbio bisognerà attendere un altro anno ed il primo, "speciale", suffisso). L'unico gioco, prima dell'avvio della lunga saga di The King of Fighters, in grado di competere ad armi pari con Street Fighter 2. Decisamente niente male come esito di una rivincita tutt'altro che scontata. Il pubblico, estasiato dallo spettacolo, sentitamente ringrazia.
Andrea Corritore
Garou Densetsu 2

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