GOLDEN AXE

GENERE: Beat'em Up | PRODUTTORE: SEGA | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1-2 | ANNO: 1989
Sviluppato per la potente scheda System 16, che aveva già ospitato capolavori come Shinobi, Out Run e Altered Beast, Golden Axe divenne, nel breve volgere di un'estate, il sogno proibito delle schiere di ragazzini che si accalcavano sudati dentro le sale giochi di tutto il mondo. SEGA, al culmine della sua fase aurea, riuscì a portare a compimento con ineguagliata maestria un'impresa apparentemente impossibile: sintetizzare in una manciata di Mbit i tre pilastri sui quali era edificato il videogioco a gettone degli anni Ottanta, cristallizzandoli per sempre in un affresco di bellezza abbagliante.

Il primo di questi è senza dubbio la realizzazione tecnica, che in Golden Axe è a dir poco straordinaria. L'arcano mondo medioevaleggiante che fa da sfondo alle vicende narrate è ricreato con maestosa grandiosità. Se il numero di sprites su schermo non fa gridare al miracolo, le loro elevate dimensioni rendono possibile scorgerne anche i più piccoli particolari. Le animazioni vengono esaltate da un numero di fotogrammi impensabile per i sistemi casalinghi, donando a eroi e creature più o meno umane movenze fluide e credibili, quasi come se qualcuno vi avesse davvero soffiato dentro l'alito della vita. I fondali sono poi eccezionali: vasti, suggestivi, dettagliatissimi, ricchi di particolari animati e magnificati da un doppio livello di parallasse e da occasionali effetti di colour cycling da lasciare a bocca aperta chi era abituato al massimo al penoso colour clash dello ZX Spectrum.

Il secondo pilastro è l'azione. E quella proposta da Golden Axe non lascia un attimo di respiro all'ignaro videogiocatore che vi si accosta. Sulla struttura tipica del picchiaduro a scorrimento, ripresa dai campioni del periodo (Double Dragon e Renegade), l'opera SEGA innesta due elementi inediti: la possibilità di selezionare il proprio personaggio (ve ne sono ben tre) e la presenza delle magie. Il barbaro Ax Battler è forte e resistente ma lento, l'amazzone Tyris Flare si muove velocissima ma i suoi colpi non impensieriscono più di tanto gli avversari più coriacei ed il nano Gillius Thunderhead rappresenta la perfetta via di mezzo. Propendere per l'uno o l'altro aggiunge varietà ad una struttura altrimenti troppo chiusa ed è uno stimolo alla rigiocabilità. I tre protagonisti si differenziano anche per quel che riguarda il parco magie, l'altra caratteristica peculiare di Golden Axe. Raccogliendo delle specifiche ampolle (rilasciate da fastidiosi gnomi saltellanti) si riempie l'apposita barra situata nella parte alta dello schermo. Alla pressione del relativo tasto, il guerriero si esibisce in un letale incantesimo in grado di ripulire l'area di gioco dalla feccia che la popola. La barra ha vari livelli, e ad ognuno di essi corrisponde un effetto diverso di potenza crescente. Ma le meraviglie proposte dall'opera SEGA non finiscono certo qui. La presenza di baratri e di postazioni sopraelevate consente la creazione di diverse strategie d'attacco e di difesa. Il discreto numero di mosse giova alla varietà ed alla spettacolarità degli scontri. La possibilità di cavalcare diverse razze di mostri, con le loro abilità specifiche, aggiunge spessore ad una struttura tutt'altro che complessa. Golden Axe è di conseguenza divertentissimo, appagante, in due a dir poco esplosivo.

Il terzo ed ultimo pilastro, infine, è rappresentato dalla direzione artistica. E Golden Axe, in quanto ad impatto visivo, è ancora oggi capace di lasciare a bocca aperta. La caratterizzazione dei protagonisti e dei nemici è curatissima e rielabora con occhio elegantemente nipponico un'immaginario tipicamente occidentale come quello fantasy, tutto muscoli, fica e dragi, donandogli una raffinatezza fino ad allora aliena e scacciando qualsiasi rischio di pacchiana derivatività estetica. Le splendide ambientazioni, con le loro città costruite sul dorso di gigantesche tartarughe, le lussureggianti foreste, i ciclopici rapaci usati come mezzo di trasporto o i fiammeggianti tramonti, creano un'atmosfera che pochi altri prodotti dell'epoca possono vantare. Le musiche, fascinoso matrimonio tra tribalismo oscuro e suggestioni orientali, contribuiscono a rendere ancora più stordente l'esperienza complessiva. Ed il giocatore, rapito da simili meraviglie, si esalta, continuando a consumare gettoni.

Proprio per questo il successo del gioco fu enorme e solo l'apocalisse innescata da Street Fighter 2, due anni più tardi, riuscì ad oscurarlo. Rigiocare oggi Golden Axe, quindi, permette di apprezzare ancora in pieno un impianto ludico ed una componente audiovisiva che lo scorrere impietoso del tempo non solo ha lasciato indenni, ma che, come il buon vino quando invecchia, ha anche reso più gustosi e soddisfacenti.
Andrea Corritore
Golden Axe

Golden Axe

Golden Axe

Golden Axe

© 2005 Retrocritics
Powered by dando.sando@gmail.com