THE KING OF DRAGONS

GENERE: Beat'em Up | PRODUTTORE: Capcom | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1-3 | ANNO: 1991
Makaimura e Dai Makaimura. Black Tiger. Magic Sword. Durante la sua breve ma intensissima attività, la Capcom ha sempre mostrato un debole per il medioevo fantastico. Non poteva quindi mancare una reinterpretazione dello stesso secondo i canoni di una delle categorie di riferimento per l'intrattenimento interattivo dei primi anni Novanta, quella di cui la casa di Osaka è tuttora indiscussa maestra: i picchiaduro a scorrimento.

In qualità di primo titolo del genere targato grande "C" ad abbracciare tale estetica, The King of Dragons si allontana quindi dalle regole imposte da Final Fight, sia visivamente che strutturalmente. I personaggi selezionabili da tre diventano addirittura cinque. Ciascuno di essi appartiene ad una classe diversa, ripresa da quelle che tipicamente connotano il gioco di ruolo classico: guerriero, mago, elfo, nano e chierico. Scelta che influenza in maniera netta il modo in cui ogni combattente può migliorare le proprie abilità durante il dipanarsi degli eventi. Il punteggio funge da livello d'esperienza e all'aumentare di quest'ultimo aumenta anche il numero di punti vita massimi. Attacco e difesa vengono invece rappresentati dall'arma in possesso del guerriero e dal suo scudo. Al termine di ogni area ripulita dalle mostruosità che la infestano o in determinate situazioni, appositi bauli rivelano strumenti offensivi e difensivi via via più efficaci. La soddisfazione di far evolvere il proprio alter ego sino a tramutarlo in una inarrestabile macchina da guerra aumenta conseguentemente il coinvolgimento, che raggiunge picchi inaspettati.

Un'impostazione, questa, che rende The King of Dragons radicalmente differente da tutti i suoi contemporanei e che, soprattutto, prepara il contesto giusto affinché possa esprimersi nel miglior modo possibile l'idea di base dell'opera Capcom: creare il picchiaduro definitivo da giocare in compagnia. Fino a tre giocatori possono contemporaneamente dare l'assalto alla fortezza del gigantesco signore dei draghi Gildiss. Le poche possibilità operative, in combinazione con le differenze tra le classi, le tipologie di nemici e di trappole ed i percorsi comportamentali dei fantastici guardiani finali, impongono lo sfruttamento combinato delle capacità dei propri compagni, con la conseguente creazione di tattiche corali, spettacolari e goduriosamente divertenti. Non è raro, nell'apparente caoticità di un'azione furiosa e mozzafiato, riconoscere strategie d'accerchiamento e di difesa ed attacco ben più raffinate della media. La scarsa varietà di mosse e l'inedità possibilità di parare gli attacchi avversari fanno sì che ogni colpo inferto sia preciso, ben ponderato, sferrato al nemico ed al momento giusto, rendendo le risse estremamente intense. Una difficoltà alta ma ben calibrata, che mantiene sempre altissimo il tasso di sfida, consente alla giocabilità di elevarsi ai massimi livelli.

Ma le qualità di The King of Dragons non si limitano al suo impianto interattivo. Anche la parte tecnica gioca un ruolo fondamentale. Tutto è appositamente studiato per rapire il giocatore e fargli vivere un'avventura in posti fantastici e irraggiungibili. I fondali sono di una bellezza disarmante, dettagliatissimi, suggestivi e perfettamente caratterizzanti il mondo nel quale gli eventi si svolgono. L'evocatività di certe ambientazioni trova ben pochi rivali tutt'oggi: le foreste incantate, gli alberi parlanti, le torri che arrivano sino al cielo, le antiche rovine, le navi maestose: ogni istante è ammantato di irresistibile fascino ed emana un abbagliante scintillio di puro spettacolo. Stessa cosa per i nemici e i protagonisti, che reinterpretano gli stereotipi del fantasy occidentale secondo un riuscitissimo stile nipponico. L'epica colonna sonora fa poi il resto, assicurando la riuscita di un impianto audiovisivo da applausi a scena aperta.

The King of Dragons è, in definitva, uno dei più riusciti titoli Capcom degli anni Novanta. Alcune delle sue idee verranno poi riprese e perfezionate in giochi come Knights of the Round e, soprattutto, nei magnifici Dungeons & Dragons per CPS-2, ma è qui che tutto ha avuto inizio. Consigliatissimo a patto, però, che si abbiano almeno altri due amici invasati con cui condividerlo.
Andrea Corritore
The King of Dragons

The King of Dragons

The King of Dragons

The King of Dragons

© 2005 Retrocritics
Powered by dando.sando@gmail.com