MEGA TURRICAN

GENERE: Platform/Shoot'em Up | PRODUTTORE: Data East | SVILUPPATORE: Factor 5 | GIOCATORI: 1 | ANNO: 1994
Mega Turrican è una scommessa, prima di tutto. Dimostrare che anche i creativi europei, esattamente come i loro compagni orientali, sono in grado di realizzare opere che non sfioriscono col passare degli anni e che, per una volta, non rappresentano una brutta copia di titoli di successo già usciti in sala o su console.

Mega Turrican è distruzione, soprattutto. Bren "Turrican" McGuire torna a calcare il campo di battaglia contro le orde assassine dell'impero delle macchine guidato dall'arcinemico Morgul, e lo fa, come al solito, polverizzando tutto ciò che si trova sul suo cammino. Con lui un arsenale di tre armi differenti, potenziabili su più stadi, la classica bomba totale-globale e la capacità di trasformarsi in giroscopio, cosi da oltrepassare indenne i passaggi più pericolosi e contemporaneamente scaricare sui malcapitati nemici deflagranti mine. Contro di lui foltissimi eserciti di mostruosità biomeccaniche, di tutti i tipi, le dimensioni e le citazioni. Da una versione robotica dei granchi sputa bolle di Wonder Boy (logico, siamo su Mega Drive) ai succhia-faccia di Alien, passando (naturalmente) per le insidiose creature simil-Metroid che di tantoin tanto ricordano quale è stata la fonte di ispirazione principale per tutta la saga.

Mega Turrican è classe, innanzitutto. Al posto del raggio congelante dei precedenti episodi, il corazzato Bren ha un gancio meccanico in stile Bionic Commando, con il quale può agganciarsi e dondolarsi da determinati appigli, così da poter guadagnare, lanciandosi, l'accesso a piattaforme altrimenti irraggiungibili. La strutturazione ambientale e la natura dei nemici fanno tesoro in modo intelligente dell'intuizione e offrono una continua girandola di situazioni dove usare tale abilità in modo spettacolare ed efficace. Abbandonati i giganteschi e dispersivi labirinti del secondo capitolo, Mega Turrican sfancula le dimensioni che contano e si tuffa verso una soluzione dove la spettacolarità è preferita alla vastità. Più compatte, più lineari, più concentrate ma infinitamente più ricche di trovate memorabili, le mappe godono comunque di una diabolica disposizione di passaggi e stanze segrete. Con Mega Turrican, Factor 5 finalmente trova quell'equilibrio tra godimento e noia che solo la giusta estensione garantisce. La concezione e la realizzazione dei guardiani finali ricaccia nella preistoria le pur discrete idee dei due predecessori, con creature gigantesche, raccapriccianti e soprattutto concettualmente raffinatissime: c'è l'ammasso informe di carne e occhi che va continuamente aggirato servendosi del rampino per poterne inseguire lo sfuggente punto vulnerabile. Oppure il gigantesco polipo di fogna, da affrontare lentamente e con una strategia attendista che sembra prendersi gioco della frenesia che è il marchio di fabbrica del genere. O ancora il carro armato da devastare montando sopra lo chassis, in un tete-a-tete al tritolo che fa dimenticare anni e anni di strategie basate sull'attacco a distanza. Tutto ciò rende Mega Turrican semplicemente esaltante. I controlli sono perfetti. La difficoltà, seppur alta, è ottimamente bilanciata. L'azione adrenalinica non lascia un secondo di respiro. La varietà affonda la ripetitività. E chi gioca gode.

Mega Turrican è sintesi, oltre tutto. Prende ogni caratteristica peculiare (tra quelle positive) della serie e la ripropone, elevata all'ennesima potenza. Concetto esemplificato magistralmente dal terzo livello; ambientato in una discarica, è popolato dai relitti già distrutti dei guardiani finali più rappresentativi del primo e del secondo episodio, più incazzati che mai. Anche la realizzazione tecnica prosegue la grandiosa tradizione tracciata dai precedenti capitoli. Prendendo in prestito uno stile audiovisivo da tipico gioco nipponico per console, almeno per come possono vederlo dei programmatori tedeschi che hanno sempre sviluppato su computer, Mega Turrican mette in scena uno spettacolo da andare in pellegrinaggio a Dusseldorf con occhi lagrimanti gioia. Il dettaglio dei fondali, la quantità di parallasse, il numero di sprites, la spettacolarità degli effetti speciali, la fluidità e la velocità generale lasciano a bocca aperta. E le musiche, come al solito firmate dall'immenso Chris Huelsbeck, danno il colpo di grazia. Persino l'introduzione, col suo ingenuo e goffo tratto ispirato ai manga, è una splendida opera di post-modernismo inconsapevole.

Mega Turrican è un capolavoro, per chiudere il tutto. Un'opera curata nei minimi particolari, plasmata con amore, dove la passione dei realizzatori traspare da ogni singolo pixel. Un gioco moderno ed impegnativo, che guarda al futuro piuttosto che crogiolarsi inutilmente in un passato glorioso. Prendendo in prestito la terminologia Zzappiana-manzoniana, che qui casca a fagiuolo, Mega Turrican propone un blastaggio acrobatico a tutto tondo con martellamento sonoro in allegato. Ed abbiamo detto tutto.
Andrea Corritore
Mega Turrican

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