MOTOR TOON GRAND PRIX 2

GENERE: Racing | PRODUTTORE: Sony | SVILUPPATORE: Poly's/Bandit | GIOCATORI: 1-2 | ANNO: 1996
A pensarci bene non è strano che Motor Toon Grand Prix 2 sia stato dimenticato così in fretta. In un mercato che durante gli anni Novanta correva alla velocità della luce fagocitando e digerendo qualsiasi cosa, insaziabile e sempre voglioso di nuove esperienze a tutti i costi, un gioco di guida colorato e demenziale non poteva competere con i massicci lottatori poligonali di Tekken 2, con i bolidi da sogno di Rage Racer o con la colonna sonora alla moda di Wipeout. Eppure, nonostante l'appartenenza ad un genere di nicchia, l'opera Poly's aveva tutte le carte in regola per impressionare gli esigenti appassionati.

Era un seguito che migliorava praticamente in ogni aspetto il già ottimo originale (nientemeno che uno dei titoli usciti al lancio di Playstation) ed era, per di più, il primo gioco a suonare la carica che annunciava i prodotti di seconda generazione in arrivo sul 32 bit Sony. Un traguardo tagliato grazie ad un motore grafico portentoso, che univa ad una mole poligonale impressionante un aggiornamento dello schermo solido come una roccia, una velocità da capogiro ed una lunga serie di effetti speciali spettacolari. Un modello di guida estremamente realistico e curato, il cui padroneggiamento completo passava attraverso un non certo breve allenamento ma che sapeva, una volta entrati nell'ottica, regalare soddisfazioni a più non posso ed una grande quantità di idee estetiche e ludiche completavano il quadro, vestendo Motor Toon Grand Prix 2 con i panni del vero fuoriclasse.

L'impostazione e la realizzazione dei percorsi erano semplicemente superbe ed in grado di non sfigurare se paragonate a quelle di Super Mario Kart, il non dichiarato modello al quale Poly's si era ispirata. I tracciati erano infatti un coacervo di trovate e veicolavano, con l'aiuto della realizzazione tecnica, un senso di meraviglia continuo e in grado di lasciare a bocca aperta chiunque si avvicinasse distrattamente allo schermo anche per soli pochi secondi. Dalle romantiche viste sul mare di Toon Island ai giganteschi giocattoli della Gulliver House, passando per i panorami mozzafiato di Crazy Coaster o per i morbidosi draghi sputafuoco della Haunted House, ogni singolo metro di percorso era una interminabile e bellissima serie di sorprese. Il pilota era accompagnato da un'abbacinante pioggia di colori saturi e luci stroboscopiche, con un effetto finale al limite della psichedelia più barocca e floreale. Un concentrato di splendori tutt'altro che fine a se stesso, dato che sia la conformazione delle piste che gli ostacoli erano intelligentemente piazzati e studiati per aumentare, oltre alla spettacolarità, anche il tasso e la varietà della sfida. E l'effetto finale non era sconvolgente solo per l'epoca, visto che Motor Toon Grand Prix 2 è, ancor'oggi, uno dei videogiochi più piacevoli da vedere in assoluto.

Ma non c'era solo questo. Il geniale sistema di sblocco progressivo dei segreti diverrà un modello a cui ancora oggi tutti si ispirano. Vincendo i campionati o sottostando a particolari obblighi si svelavano i cosidetti "Goodies". Si iniziava dai veicoli aggiuntivi, si continuava con versioni specchiate e da percorrere al contrario (con tanto di ambientazioni totalmente differenti) delle cinque piste base e si finiva con addirittura due sottogiochi, tanto curati e divertenti da poter quasi ambire al ruolo di prodotti indipendenti. Tutto ciò spronava il giocatore a riprendere di continuo in mano il titolo, gratificandolo ogni volta con qualcosa di nuovo e di gustoso senza per questo frustrarlo o impedendogli di godere al massimo del dischetto appena acquistato.

Non era certamente privo di difetti, Motor Toon Grand Prix 2. La gestione dei bonus durante la gara per esempio era macchinosa, ed anche la loro calibrazione non era perfetta come quella dei due Mario Kart. Il fatto che, indipendentemente dal piazzamento precedente, si partisse sempre e comunque in ultima posizione diventava, ai livelli di difficoltà più elevati, una penalizzazione ingiusta ed arbitraria. E, oh sì, c'era anche un po' di pop up ogni tanto.

Quisquiglie, comunque, di fronte ad un impianto audio-video-ludico da urlo, ottimamente invecchiato ed ancora divertentissimo ed allucinatorio. Davvero un enorme, enorme, enorme peccato che da lì a poco Poly's avrebbe cambiato nome per dedicarsi a inutili, grigi, noiosissimi e pretenziosi pseudo-simulatori di guida, abbandonando l'esplosione di fantasia e creatività che la graziò in quei pochi ma fondamentali mesi tra la fine del 1994 e la metà del 1996.
Andrea Corritore
Motor Toon Grand Prix 2

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