PROJECT FIRESTART

GENERE: Action/Adventure | PRODUTTORE: Electronic Arts | SVILUPPATORE: Dynamix | GIOCATORI: 1 | ANNO: 1989
Il grande padre del Survival Horror? Non si chiama Bio Hazard. E nemmeno Bioforge. Men che meno Alone in the Dark. Perchè le origini di uno fra i più affascinanti tra i generi ibridi (mistura eccitante e visionaria di avventura grafica e gioco d'azione) risalgono addirittura al 1989. Fu allora che una Electronic Arts stranamente avvezza al rischio pubblicava una nuova, ambiziosa, opera Dynamix (già nella storia per capolavori come Stellar 7 e Mechwarrior) dando inconsapevolmente inizio ad una mania che solo molti anni dopo esploderà in pieno. Quel gioco piccolo ma importantissimo rispondeva al nome di Project Firestart. E la macchina sulla quale prese forma era un piccolo grande 8 bit che, proprio alla fine della sua decennale carriera, sparò le cartucce migliori.

Project Firestart è ambientato nel settembre del 2061, sulla stazione spaziale Prometheus, placidamente in orbita attorno a Saturno mentre al suo interno si compiono esperimenti innominabili. Da tempo la struttura non comunica con la base e il compito di John Hawking, prestante soldato spaziale, è quello di penetrare nel cuore dell'installazione, scoprire cos'è successo e poi fuggire attivando l'autodistruzione, in modo da vaporizzare qualsiasi prova. Già considerando il soggetto si comprende quanto Project Firestart sia stato centrale nella nascita e nell'evoluzione della categoria d'appartenenza. Tanto la sceneggiatura quanto la messa in scena mozzano il fiato per la maturità e la perfetta padronanza di mezzi espressivi mostrate. Hawking (il giocatore) all'arrivo sulla Prometheus non sa ancora niente e la ricomposizione dei tasselli del mosaico passa per l'esplorazione, il combattimento e la raccolta di indizi e informazioni dai terminali elettronici e dagli appunti degli scienziati, oramai tutti morti. Sequenza dopo sequenza, colpo di scena dopo colpo di scena, la trama di Project Firestart si disvela come un formidabile thriller fantascientifico, graziato da un crescendo che porta ad un epilogo indimenticabile. Le scene animate non interrompono il gioco, ma ne fanno parte in maniera organica e coerente. Non ci sono sequenze o scelte tristemente dilettantesche. Il gusto cinematografico è sempre raffinatissimo e splendidamente adatto alle meccaniche ludiche. E l'atmosfera si taglia col coltello. Gli asettici e candidi ambienti della base contrastano col caos che di tanto in tanto e senza preavviso si manifesta sottoforma di stanze devastate e, soprattutto, di creature ostili. Il loro ingresso sulla scena rispetta tempi drammatici eccellenti e provoca, tutt'oggi, ben più di un balzo sulla sedia. I macabri ritrovamenti dei cadaveri della squadra scientifica sono accentuati da dettagliate schermate che riprendono in ogni terribile particolare lo scempio fatto dai mostri. La tensione è sempre altissima e la paura si insinua come un insetto strisciante sotto la pelle dell'ignaro giocatore, che rimane incollato allo schermo stregato da una così meravigliosa costruzione.

Ma Project Firestart non è solo narrazione. Perché anche la struttura interattiva propone innovazioni dalle quali sarà impossibile tornare indietro. Il titolo statunitense non è il seme da cui si svilupperanno in seguito i Survival Horror, ma è esso stesso già un Survival Horror. Gli elementi cardine del genere ci sono tutti. La stazione spaziale è un unico grande livello senza interruzioni ed è esplorabile come meglio si crede, posto che si siano recuperate le necessarie tessere magnetiche funzionanti da chiavi. Hawking è solo e completamente in balia delle mostruosità del Firestart Lab. I suoi movimenti sono lenti, in modo da rendere più difficile la fuga in caso di pericolo e aumentare ancora di più l'inquietudine. Il suo arsenale è limitato a due soli tipi di fucili di scarsa potenza e, soprattutto, scarsissime munizioni (tecniche che Shinji Mikami promulgherà come due tra le basi del suo Bio Hazard). Una serie di enigmi semplici ma soddisfacenti completano il pacchetto, elevato verso l'immortalità dalla presenza di bivi durante lo svolgersi degli eventi che possono portare a diversi conclusioni della vicenda. Idee, queste, così brillanti e talmente ben eseguite da rendere la produzione Electronic Arts un memorabile viaggio verso il futuro dell'intrattenimento elettronico.

La storia viene scritta dai vincitori, si dice. Osservando la parabola di Project Firestart non si fatica ad essere d'accordo. Un gioco fondamentale, che, nonostante qualche piccolo difetto dovuto all'età ed alle limitazioni tecnologiche, è tutt'ora perfettamente giocabile. Anzi, dovrebbe essere giocato, in modo da capire dove uno dei filoni più sfruttati e di successo del videogioco moderno, ha le sue radici. Imprescindibile.
Andrea Corritore
Project Firestart

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