RIDGE RACER

GENERE: Racing | PRODUTTORE: Namco | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1 | ANNO: 1994
Molto più che nell'orgia supersonica di poligoni texturizzati che aveva portato in dote, l'ordine di grandezza della rivoluzione che, sul finire del 1994, investì come un apocalittico maremoto il mercato dei videogiochi, si intuì dalla schermata di caricamento iniziale impiegata nella conversione di Ridge Racer per Sony Playstation.

Non più un'asettica immagine statica con un enorme quanto antipatico "Now loading..." applicatovi sopra come da tradizione computeristica, ma una riproduzione fedelissima di Galaxian, da giocare in tempo reale in quella manciata di secondi che precede l'entrata dello sprovveduto videogiocatore dentro il suo nuovo paradiso artificiale. Il diavolo, si sa, è nei dettagli.

Vedere un classico di quel calibro, per quanto vecchio, ridotto a semplice passatempo durante la fase per definizione più inutile e noiosa di tutta l'esperienza ludica, poteva avere effetti destabilizzanti sull'apparato cardiocircolatorio dell'utente medio dell'epoca. Ma non rappresentava che il timido inizio di un'esperienza ben più sconvolgente. Alla pressione del tasto Start ci si ritrovava infatti catapultati in una dimensione inedita ed incantata, una sorta di passato (quello di Out Run) che ritornava al futuro (quello della grafica tridimensionale che stava imponendosi ovunque) per trasformare finalmente in realtà i sogni proibiti di tutti gli appassionati di gare su quattro ruote virtuali, ricreando in ogni casa magie fino ad allora generate solo dai costosissimi cabinati di ultima generazione. Con un'ulteriore elemento di interesse: se in sala Ridge Racer, pur facendo la sua degna figura, veniva disintegrato dal colossale Daytona USA, sulle piattaforme da casa non c'era maldestra e frettolosa conversione SEGA che tenesse, il Re dei giochi di guida era il capolavoro Namco.

E poco importava se c'era una pista sola (pur con tre varianti di diversa difficoltà), se l'aggiornamento dello schermo era passato da sessanta a trenta fotogrammi al secondo e se tanto la mole poligonale quanto la risoluzione non erano all'altezza dell'originale: quando il CD di Ridge Racer vi finiva dentro, il nuovo 32 bit targato Sony annichiliva e spaccava culi a più non posso. La prima volta che si correva tra i grattaceli, altissimi e imponenti, osservando un enorme monitor che mandava in onda frammenti di sequenze animate dello stesso Galaxian appena giocato, era difficile anche solo trattenere le lacrime. Così come era impossibile impedire alla mascella di crollare a terra durante i ripetuti passaggi all'interno delle gallerie, o nei momenti che vedevano una fluida e spettacolare transizione dal giorno alla notte. Per non parlare dell'elicottero preposto alle riprese televisive della gara che ronzava continuamente sopra la testa dei poveri piloti, il cui sporadico avvistamento contribuiva a cementare quella irripetibile sensazione di meraviglia elargita a piene mani dalla storica produzione targata grande "N".

Ma, se tecnicamente ed esteticamente Ridge Racer era qualcosa di mai visto prima su una piattaforma domestica, anche in un campo più terreno come quello della giocabilità il titolo Namco si difendeva più che egregiamente. Il suo modello di guida basato su libidinose derapate dispensava divertimento a tonnellate e per padroneggiarlo a dovere occorreva spendere più tempo di quel che si potesse pensare. Ed anche solo guardare un simile spettacolo in movimento, farsi caricare dalle sue tamarrissime musiche Eurodance e Gabber e fare qualche giro di pista senza spirito agonistico era inesauribile fonte di godimento. Purtroppo, la diretta provenienza dal mondo delle sale giochi impediva a Ridge Racer di essere longevo quanto ci si sarebbe aspettato. Emozioni intensissime confinate in un periodo brevissimo, lungo appena il tempo di esplorare, conoscere ed amare l'unico circuito a disposzione.

Poco male, la somma dei fattori era comunque abbastanza per entrare nella storia e per soddisfare i temerari che spesero quasi un milione e mezzo di svalutate lirette per aggiudicarsi una Sony Playstation di importazione. La scatoletta grigia inizierà da qui un percorso che la porterà alla conquista del mondo dei videogiochi, ridefinendone la forma proprio mentre la concorrenza, pur piegata dai suoi errori, ne ridefinirà la sostanza. A ben pensarci un'evoluzione della quale Ridge Racer fu perfetta e profetica metafora.
Andrea Corritore
Ridge Racer

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