GINGA FUKEI DENSETSU SAPPHIRE

GENERE: Shoot'em Up | PRODUTTORE: Hudson Soft | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1-2 | ANNO: 1995
Difficile non cadere nel baratro dello stereotipo quando si parla di Ginga Fukei Densetsu Sapphire. Talmente numerosi sono i tranelli rappresentati da tutto ciò che ha ruotato ed ancora ruota attorno all'acclamata opera Hudson Soft, che evitarli è impresa a dir poco titanica, nella quale è persino inutile imbarcarsi.

Ed allora meglio togliersi subito il dente, prima che il dolore diventi insostenibile, e procedere alla conta dei luoghi comuni: Ginga Fukei Densetsu Sapphire è il canto del cigno del NEC PC-Engine. È anche un gioco tutto fumo e poco arrosto. Per non parlare del folle valore monetario che ha raggiunto sul mercato collezionistico, valore che lo rende costosissimo relitto di un'epoca oramai tramontata. Eppure, per quanto non privo di fondamento, un approccio simile è oltremodo limitante, se non addirittura ingeneroso, per capire e valutare il fenomeno in esame.

Perché è verissimo che Hudson Soft, compagnia che il PC-Engine lo aveva progettato e quindi lo conosceva meglio di chiunque altro, concepì la sua creazione come ultimo omaggio all'immortale macchina NEC. Ma è altrettanto vero che la cosa gli riuscì dannatamente bene, in quanto seppe sintetizzare, tra gli scintillanti solchi del CD-ROM sul quale il suo prodotto è inciso, otto anni di filosofia videoludica, partendo dal genere stesso di appartenenza (sparatutto a scorrimento verticale, senza dubbio il filone-simbolo della scatoletta nipponica) fino ad arrivare all'uso dell'avveniristico lettore ottico, sdoganato come supporto principale per il videogioco proprio dalla bianca consolina. Ma non solo: se per tutti gli anni precedenti il piccolo 8 bit di casa NEC aveva fatto spalancare bocche di continuo per la sua apparente assenza di limiti tecnici, Ginga Fukei Densetsu Sapphire era studiato per raggiungere lo stadio finale di sfruttamento delle capacità della macchina, quello oltre il quale non si sarebbe davvero potuti più andare. Con l'aiuto della preziosa Arcade Card infatti, i programmatori giapponesi furono capaci di mettere su schermo uno spettacolo senza precedenti, tra fondali dettagliatissimi e carichi di colori e parallasse, quantità immani di sprites che si muovono contemporaneamente a velocità incalcolabile, nemici finali di dimensioni apocalittiche (tutti pre-renderizzati) ed effetti speciali di inarrivabile magnificenza. Considerando la data d'uscita (24 novembre 1995), si è spesso costretti a controllare il logo stampato sulla copertina per essere effettivamente sicuri che non si stia giocando un titolo pubblicato su Sony Playstation o SEGA Saturn.

Ammirarne la portentosa realizzazione tecnica trascina invariabilmente nel gorgo della seconda banalità da sempre associata a Ginga Fukei Densetsu Sapphire: l'essere un fiore di abbagliante bellezza estetica che appassisce in pochi istanti quando se ne va a saggiare l'impianto ludico. Anche in questo caso la realtà è meno cruda della leggenda. È vero che il gioco non ha meccaniche troppo evolute, ricadendo nell'alveo confortevole del classicismo spinto, ma è altrettanto vero che la sua purezza lo rende immediatamente accessibile anche ai meno invasati. Non ci sono lampi di genio ma la solidità delle fondamenta e la cura riposta nella messa a punto della giocabilità lo rendono inaspettatamente coinvolgente e divertente. Non mancano comunque alcune idee decisamente efficaci: le quattro navicelle a disposizione (guidate dalle protagoniste di una famosa saga di avventure grafiche, Ginga Ojosama Densetsu Yuna) sono estremamente diverse tra loro per velocità, potenza e gittata degli attacchi, variando notevolmente l'approccio alla partita a seconda di quale di esse viene selezionata. La presenza di due droni fluttuanti con la doppia funzione di assorbire i colpi avversari e amplificare il raggio di fuoco garantisce interessanti strategie grazie alla principale delle loro proprietà: il multi-homing system. Smettendo di sparare per qualche secondo, i due elementi inizieranno a caricarsi di energia, che consentirà loro di dirigersi automaticamente addosso ai nemici causandone la distruzione in serie (o ingenti danni nel caso dei più coriacei) una volta che si premerà di nuovo il pulsante di fuoco, con tanto di moltiplicatore del punteggio che aumenta all'aumentare del numero dei cattivi abbattutti in un'unica tornata.

La flebile trovata narrativa che sorregge gli eventi (le dolci fanciulle fanno parte di una forza di polizia speciale che si occupa di inseguire i criminali viaggiando indietro ed avanti nel tempo) ha consentito ai creativi di sbizzarrirsi inserendo ambientazioni, trovate, situazioni ed opponenti della natura più disparata. Un coacervo di varietà e selvaggia inventiva che mescola piramidi egizie e città futuristiche, castelli medioevali e Grandi Muraglie cinesi, facendo dell'incoerenza stilistica un punto di forza per sbigottire di continuo il detentore del pad.

Pulizia formale e personalità da vendere, quindi, che assieme allo sconvolgente impatto visivo, sono fattori che collocano inevitabilmente Ginga Fukei Densetsu Sapphire nella cerchia dei titoli cui dare quantomeno una possibilità. Perchè non sarà un capolavoro assoluto, il titolo Hudson Soft, ma l'impressionante lucidità di visione con la quale è stato costruito merità decisamente di più di qualche superficiale occhiata. Ovviamente non certo in versione originale, immoralmente venduta a trecento e passa euro. Appassionati sì, ma coglioni no.
Andrea Corritore
Ginga Fukei Densetsu Sapphire

Ginga Fukei Densetsu Sapphire

Ginga Fukei Densetsu Sapphire

Ginga Fukei Densetsu Sapphire

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