SAN FRANCISCO RUSH

GENERE: Racing | PRODUTTORE: Midway | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1-2 | ANNO: 1997
Impossibile apprezzare appieno la ludoteca del Nintendo 64 senza conoscerne il lato più fieramente e tipicamente occidentale. Così come non si può capire sino in fondo quest'ultimo senza considerare il fondamentale contributo offertogli da Midway. Mentre le grandi compagnie giapponesi avevano lasciato la grande “N” da sola con le sue cartucce, la storica casa americana si legò al colosso nipponico tramite un inedito patto d'acciaio, che fruttò una messe di giochi forse non tutti pienamente convincenti ma sempre e comunque in grado di mostrare i segni di una passione visionaria e di una sincerità artistica indiscutibile.

Uscito alla fine di un anno difficile per la nera macchina targata Kyoto, San Francisco Rush incarna in pieno la filosofia poc'anzi esposta: pochi fronzoli, un'acuta e gustosa satira sottopelle degli usi e costumi della patria del grande Supermarket, un'irresistibile capacità di non prendersi mai sul serio, un impianto interattivo immediato e caciarone ma al tempo stesso solido e curato ed un'eccellente perizia tecnica nel portare su schermo tale insieme di fattori, per un risultato di notevole impatto visivo nonché ricchissimo di dirompente personalità.

Ma c'è di più. Conversione magistrale che unisce in un'unica soluzione i due mezzi capitoli arrivati fino a quel momento in sala (Extreme Racing del 1996 e The Rock, di dieci mesi più giovane), il San Francisco Rush casalingo è infatti uno dei più riusciti esperimenti a vivo sul corpo del simulatore di corse automobilistiche. Perché il ludogodimento non è generato solo dal pennellare traiettorie millimetriche, dal controllare in maniera perfetta sbandate e derapate o dall'inanellare sorpassi al limite del suicidio, ma anche e soprattutto dal vincere le gare attraverso lo sfruttamento creativo della conformazione dei tracciati. Che diventano così i veri protagonisti assoluti del gioco, abbandonando la loro primaria funzione agonistica per trasformarsi in giardini delle meraviglie nei quali perdersi e con i quali interagire in un'ampissima varietà di modi. Ciascuno di essi (sei in tutto) rende perciò onore alla metropoli dalla quale è ricavato grazie ad una vastità ed una complessità strutturale inedite per il genere, con scorciatoie, bivi e passaggi secondari in abbondanza. E con una tonitruante sequenza di salite e discese mozzafiato che costringono a continui, vertiginosi, salti nel vuoto. Quasi tutto ciò che compare ai bordi della strada può quindi essere utilizzato come rampa di lancio verso porzioni nascoste di pista o verso acrobazie da chiusura sfinterica e sta alla fantasia, all'abilità ed allo spirito di osservazione del pilota virtuale individuare ed imparare ad usare a proprio vantaggio ciò che Midway mette a sua disposizione. La funzionalità ludica delle ambientazioni, frutto di una progettazione intelligente e accurata, è totale, e spesso si è portati a lasciarsi andare al puro piacere dell'esplorazione fine a sè stessa piuttosto che provare ad arrivare primi al traguardo. Una condotta, per di più, ulteriormente incentivata tramite la presenza di numerosi segreti e chicche nascoste, come le chiavi (per sbloccare i veicoli speciali) recuperabili esibendosi in voli da far rosso di invidia lo Steve McQueen di Bullit.

Una simile, geniale, impostazione rende San Francisco Rush un viaggio sulle montagne russe di quelli che non si dimenticano per quanta eccitazione e divertimento sanno regalare. Una volta padroneggiato a dovere il poco convenzionale modello di guida (che, soprattutto all'inizio, può dare qualche grattacapo a chi vi si approccia credendo di avere tra le mani un altro Gran Turismo) le partite si susseguono una dopo l'altra senza soluzione di continuità. Il piacere dato dallo sfrecciare a rotta di collo tra Hight-Ashbury e l'Aquarium della Baia, dopo essere atterrati sul Golden Gate Bridge precipitando da un trampolino formato dai tetti a pagoda di Chinatown, è una sensazione così intensa da spingere all'assuefazione. La sgangherata colonna sonora Garage Rock e Grunge accompagna in maniera epica l'esilarante caos messo in scena lungo le tortuose vie della mitica città statunitense e la demenziale rosa di veicoli disponibili (menzione d'onore per il lisergico maggiolone Volkswagen) accresce sino al parossismo gli eccessi estetici ed interattivi dell'opera Midway, aumentandone a dismisura il già ammaliante fascino.

Non è una pietra miliare, San Francisco Rush. E non è nemmeno privo di qualche fastidiosa ingenuità realizzativa. Ma scontrarsi ad armi pari contro i campioni del genere non rappresentava certo l'obiettivo dei suoi ideatori, che volevano semplicemente regalare ore e ore di spensierato, bambinesco spasso a tutti coloro (e sono tanti) ai quali non interessano realismo esasperato o simulacri digitali di patente da asso. Un obiettivo rispettabilissimo e, soprattutto, centrato in maniera grandiosa. Da riscoprire.
Andrea Corritore
San Fransisco Rush

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