VAMPIRE KILLER

GENERE: Action | PRODUTTORE: Konami | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1 | ANNO: 1994
C'è stato un momento, lungo quasi un decennio, durante il quale pronunciare la parola “Konami” provocava l'evocazione di un immaginario carico come pochissimi altri di pura meraviglia. Ogni volta che un gioco realizzato dalla compagnia di Osaka arrivava sul mercato, la sua superiore qualità rispetto alla media diveniva sicurezza quasi matematica. E proprio alla luce di ciò, difficilmente lascia stupiti il traguardo raggiunto dalla fu grande “K” all'inizio degli anni Novanta, quando, nell'ambito di un'unica serie, riuscì a pubblicare ben tre pietre miliari su altrettante console diverse (Super Famicom, PC-Engine Duo e Mega Drive).

Perché, esattamente come i suoi fratelli quasi contemporanei, Vampire Killer ha senza dubbio la caratura del capolavoro assoluto. Terzo capitolo in altrettanti anni della celebre saga degli ammazzavampiri Belmont (Akumajo Dracula per la macchina a 16 bit Nintendo il primo e Akumajo Dracula X: Chi no Rondo per quella ad 8 bit NEC il secondo), Vampire Killer è costruito sulle fondamenta dello storico episodio originale, uscito nel 1986: niente elementi avventurosi o componenti narrative eccessivamente ingombranti, solo un coacervo incendiario di azione senza soste, nemici di inusitata cattiveria e livelli a scorrimento prevalentemente orizzontale, da attraversare indenni per poi sconfiggerne il gigantesco guardiano, prendendo parte ad un fascinoso viaggio nel cuore oscuro dell'Europa di inizio novecento.

L'unica, vera, novità è la facoltà di poter scegliere il proprio personaggio tra due eroici paladini. John Morris è massiccio, potente ed in grado di utilizzare la sua catena d'acciaio anche per appigliarsi e dondolarsi dai soffitti, raggiungendo così sezioni apparentemente troppo in alto; Eric Lecarde, invece, è più agile e capace, oltre che di attaccare in otto direzioni diverse con la sua alabarda, anche di spiccare un altissimo balzo in verticale. Data l'estrema differenza della coppia, propendere per l'uno o per l'altro comporta un diverso approccio alla missione e, addirittura, anche la presenza di porzioni di livello esclusive per ciascuno, con conseguente positiva ricaduta sulla rigiocabilità una volta portata a termine la prima tornata.

Impresa che, oltre a richiedere una discreta quantità di ore, si rivela come una delle più esaltanti mai proposte sul Mega Drive. La strutturazione dei livelli non conosce tempi morti, la spettacolarità delle trovate ivi inserite lascia perennemente senza fiato, l'efficacia sia ludica che estetica di trappole, ostacoli e situazioni nelle quali ci si trova catapultati raggiunge picchi ineguagliati ed ineguagliabili per la stragrande maggioranza dei giochi d'azione piattaformica che di Vampire Killer erano concorrenti. Ogni area è suddivisa in numerose sezioni totalmente diverse tra loro, tanto che spesso il ritmo subisce inaspettati e tali stravolgimenti da far dubitare che un solo gruppo di programmatori abbia potuto dar vita ad un gioco con al suo interno idee per farne altri dieci. Il carisma e la malvagità dei nemici e, soprattutto, dei frequenti boss sia intermedi che finali, costringono all'apnea prolungata mentre li si combatte, momenti nei quali nervi, muscoli e sinapsi subiscono un carico di stress apparentemente insostenibile ma capace di regalare immensa goduria quando la vittoria fa abbassare la pressione.

Eppure, proprio come i suoi predecessori, è l'atmosfera veicolata dal connubbio tra stupefacente realizzazione tecnica e raffinatissima direzione artistica, a scavare il solco tra Vampire Killer ed il resto degli esponenti del genere. Su fondali che sono preziosi arabeschi di dettagli intarsiati con cura maniacale, va in scena uno spettacolo dal fascino contundente: uso dei colori, tratto grafico e scelta delle ambientazioni che sarebbe riduttivo definire magistrali vanno a braccetto con una colonna sonora indimenticabile e con una pletora di impressionanti effetti grafici, in grado di trasfigurare il piccolo 16 bit SEGA sino a farlo arrivare quasi sullo stesso piano delle più potenti schede da sala dell'epoca.

Coeso, carico di suggestività, incredibilmente divertente da giocare e meraviglioso da guardare, Vampire Killer rimane ancora oggi un'opera di valore assoluto, cui il tempo non ha sottratto nemmeno un grammo di fascino e capace di dimostrare più di qualsiasi fiume di parole quanto la Konami degli anni Novanta fosse una forza inarrestabile nel garantire quei continui passi in avanti che hanno consentito al videogioco di arrivare dove è arrivato.
Andrea Corritore
Vampire Killer

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