WIPEOUT

GENERE: Racing | PRODUTTORE: Sony | SVILUPPATORE: Psygnosis | GIOCATORI: 1-2 | ANNO: 1995
Alla fine del 1995 era davvero impossibile sottovalutare la potenza di Playstation. Una grande multinazionale (Sony) stava ridefinendo totalmente un mercato come quello videoludico, dove era alla primissima esperienza. Pochi colpi da maestro nel giro di ancor meno mesi et voilà: il videogiocatore non era più l'asociale invasato che, nel buio della sua solitaria cameretta, si trastullava con joypad e cartucce, ma un giovane alla moda che faceva le cose giuste. Ed il momento in cui questa epocale transizione raggiunse il suo culmine coincise senza dubbio con l'arrivo delle prime copie di Wipeout sugli scaffali dei negozi.

Wipeout fu il primo gioco europeo di peso ad uscire sulla grigia macchina Sony. Non solo. Fu anche il primo gioco a 32 bit realizzato da quella Psygnosis che tanti cuori aveva conquistato con le sue produzioni su AMIGA qualche anno prima. Le aspettative erano quindi alle stelle, spinte verso altezze siderali da una manciata di foto sgranate diffuse durante l'estate da tutte le riviste specializzate. Concettualmente, Wipeout, non era nulla di particolarmente originale: un gioco di corse poligonale ad ambientazione futuristica e futurista con vetture fluttuanti grazie ad un congegno ad antigravità. Ad insaporire le gare una serie di armi più o meno efficaci ed un modello di guida ostico ma discretamente profondo.

Il bello, però, non era cosa ma come i creativi inglesi riuscirono a sviluppare questa semplice idea di base. Perché, grazie a tutto ciò che gli faceva da contorno, Wipeout prendeva per mano il vecchio F-Zero (Nintendo, 1991) e lo traghettava nell'iperspazio a velocità warp, restituendo una delle esperienze che contribuirono in maniera definitiva a cambiare per sempre la percezione che il mondo ha dei videogiochi. Wipeout trasudava irresistibile figosità sin dalla stilosissima copertina, curata, come la direzione artistica generale, da Designers Republic. Che, manco a dirlo, negli anni Novanta era lo studio grafico per eccellenza, quello sulla bocca di tutti e che lavorava con le aziende più alla moda (suo, ad esempio, tutto ciò che riguarda la parte visiva dell'etichetta discografica indipendente Warp). Ma, più di tutto, era la musica ad essere la vera protagonista. Una colonna sonora mostruosa e mostruosamente bella, che alle fantastiche composizioni originali di Cold Storage (ovvero lo stesso Tim Wright che era stato, su Commodore 64 e AMIGA, il musicista-simbolo della Psygnosis) affiancava ben tre tracce originali di altrettanti giganti del panorama elettronico di quel periodo: Afro-Ride dei Leftfield, remix ipercinetico e minimale di quella Afro-Left che apriva il loro capolavoro assoluto Leftism; Chemical Beats dei Chemical Brothers, esplosiva successione di breakbeats grassi e bassi tellurici finita poi sull'esordio del duo, Exit Planet Dust e, per chiudere in bellezza, il tema che da il titolo al gioco, ad opera nientemeno che degli Orbital (che la utilizzeranno addirittura come fondamenta per P.E.T.R.O.L., uno dei pezzi del loro disco uscito l'anno successivo, In Sides).

L'associazione fra tracciati dalla conformazione torcibudella percorsi a velocità incalcolabile, apparato visivo dannatamente raffinato e adrenaliniche musiche all'ultima moda, faceva di Wipeout un concentrato di coolness straordinario e senza precedenti. L'opera Psygnosis, con il suo epos futuristico tipico dei videogiochi più avanzati, era la risposta adeguata alla voglia irrefrenabile di nuove e fortissime emozioni della generazione post-rave inglese (e, di riflesso, europea), già desensibilizzata dall'abitudine al rush euforico dato dalle pastiglie di E trangugiate senza sosta il fine settimana. Un titolo che, nel suo essere meravigliosamente universale, si poneva come pinnacolo del meticciato artistico-culturale (innescato dall'esplosione dell'Acid House al termine del decennio precedente) che pervadeva la Gran Bretagna in quegli anni.

Un traguardo, questo, che da solo vale al gioco il meritatissimo titolo di classico immediato, di quelli ancora in grado di spettinarti ogni volta che ricapitano nell'impolverato lettore CD della scatoletta nipponica. Proprio vero, nell'anno del Signore 1995 chi sottovalutava la potenza di Playstation non c'aveva capito assolutamente un cazzo.
Andrea Corritore
Wipeout

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